E’ imbarazzante per reticenza ed evasività la risposta fornita dall’assessore Bertacco alla mia richiesta di chiarimenti sulle mancate celebrazioni per Emma Foà, l’insegnante veronese perseguitata dai fascisti in quanto ebrea e morta per mano nazista nel campo di concentramento di Auschwitz. Dal 1988 al 2017 la città di Verona l’ha sempre ricordata con una piccola cerimonia nella“sua” scuola in vicolo San Bernardino dove ha insegnato fino alla promulgazione delle leggi razziali fasciste e che nel 1992 le è stata intitolata alla memoria. Questo fino all’avvento dell’amministrazione Sboarina, quando le celebrazioni si sono interrotte…
Accampando una scusa pelosa dietro l’altra, Bertacco fa sapere che che negli anni passati la manifestazione avveniva “su espressa richiesta della sezione veronese dell’Anpi, nella persona del suo presidente Raul Adami, nipote di Emma Foà e deceduto nel 2016”, come se la commemorazione fosse una questione di famiglia e non una ricorrenza per tutta la città che non a caso ad Emma Foà ha dedicato una scuola.
Con micidiale freddezza l’assessore rivela poi che nella riunione del 2017 del Comitato Unitario per la Difesa delle Istituzioni Democratiche, “erano emerse perplessità
sull’opportunità di realizzare una Giornata del Deportato (che non è un evento istituzionale) dal momento che la commemorazione di Emma Foà è già prevista all’interno della Giornata della Memoria, come prescritto dall’art. 2 della Legge n. 211 del 20 luglio 2000”. L’assessore ha ragione: perché sprecare fiori in una cerimonia non prevista da una Legge dello Stato? In realtà risulta la scuola Emma Foà non abbia mai mancato di comunicare al Comune la propria disponibilità ad organizzare le celebrazioni.
Alla fine l’assessore evita accuratamente di rispondere alla mia seconda domanda per sapere se il Comune intende rimediare a questo svarione organizzando entro l’anno la cerimonia di cui si era dimenticato. Nessun cenno da parte di Bertacco, questo è grave perché la memoria di Emma Foà non appartiene a questa o quella associazione ma alla città intera.
Federico Benini, capogruppo comunale Pd