Dopo la furbesca uscita di Filippo Rigo, che nei panni di consigliere regionale della Lega chiede al gruppo Agsm-Aim agevolazioni per imprese e famiglie sorvolando su cosa potrebbe e dovrebbe fare lui, nei panni di presidente di Agsm Lighting, per ovviare a questo problema, oppure il suo partito, che ricopre importanti ruoli nell’ambito di Agsm-Aim, si sono moltiplicate le segnalazioni di utenti indignati che si sono sentiti presi in giro da tanta faccia tosta.

Tra le segnalazioni meglio documentate ce ne sono alcune relative al calcolo dei costi di distribuzione dell’energia elettrica per le utenze professionali che ora chiediamo di verificare e discutere nell’ambito della Commissione consiliare dedicata all’emergenza Coronavirus per capire quali siano i reali spazi di manovra a beneficio delle piccole imprese che Rigo dice di voler tutelare.

La questione è molto semplice: Megareti, la società di distribuzione di Agsm, applicherebbe un metodo di calcolo dei costi di distribuzione dell’energia elettrica particolarmente svantaggioso per le piccole imprese con contratti di potenza disponibile a partire dai 17 Kw fino ai 35 Kw.

Mentre i concorrenti applicano le disposizioni dell’Autorità Arera che consentono, a partire dai 17 Kw, di fatturare i costi di distribuzione in base ai picchi di consumo, Megareti fino ai 35 Kwh fatturerebbe sempre e comunque in base alla potenza nominale resa disponibile. Questa disparità di trattamento si tradurrebbe in un enorme aggravio delle bollette per tutte quelle piccole imprese clienti di Agsm che in questo periodo sono praticamente ferme ma che continuano a pagare gli oneri di distribuzione come fossero nel pieno dell’attività pre-Covid.

Cambiare gestore non è una opzione visto che la distribuzione dell’energia elettrica è ancora praticamente un monopolio. E sappiamo che la quota di energia consumata copre meno della metà del costo finale della bolletta.

Negli esempi prodotti tra utenze simili, risulta che Megareti addebita importi per spese di “trasporto e gestione del contatore” fino a 15 volte più grandi di quelli applicati dai concorrenti. Tali importi doppiano tranquillamente la quota riferita ai consumi.

Ciò a dire che una piccola impresa che funziona a singhiozzo o ad attività ridotta ha dei costi fissi molto più alti che dipendono esclusivamente dalla politica del gestore. Questo è inaccettabile dopo tutto quanto accaduto e considerato che la crisi va avanti da un anno e mezzo.

Chiediamo quindi di approfondire in commissione Coronavirus questa tematica assieme ai responsabili di Megareti e di arrivare ad una omogenizzazione di trattamento sul territorio perché le imprese non devono essere penalizzate così pesantemente dalle politiche delle aziende pubbliche.

Per il gruppo consiliare del Partito Democratico
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

Per il gruppo consiliare di Verona e Sinistra in Comune
Michele Bertucco

Categorie: Inchieste

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