Dal luglio scorso tantissimi inquilini delle case popolari Agec e Ater stanno pagando un canone di locazione maggiorato, spesso raddoppiato, per effetto di una legge regionale sbagliata ed ingiusta che stava letteralmente mettendo alla porta migliaia di persone a Verona e nel Veneto, sulla quale la giunta regionale ha dovuto fare marcia indietro.

I correttivi apportati lo scorso novembre, a seguito di tante proteste da parte di inquilini e opposizioni, e riguardanti, ad esempio, la franchigia sui risparmi accantonati per necessità famigliari; lo scorporo di eventuali patrimoni immobiliari infruttuosi e inalienabili; la riduzione del valore Omi della zona di residenza genereranno una sostanziale; la ridefinizione delle soglie reddituali di ingresso e di uscita dagli alloggi popolari, produrranno una sostanziale riduzione del canone, che verrà comunicata agli inquilini con una lettera attesa nel corso del mese di Febbraio.

Tutto bene? Non proprio: al momento, infatti, non è dato sapere nulla a proposito degli eventuali rimborsi a cui gli inquilini avrebbero diritto. Per mesi hanno pagato (e stanno tuttora pagando) un canone calcolato sulla base di criteri errati e irrealistici. Chi risarcirà i cittadini per i mesi in cui hanno pagato un canone sproporzionato? Attendiamo chiarimenti. Migliaia di cittadini veronesi e veneti sono stati messi in forte difficoltà da questo pasticcio. La pensionata al minimo, famiglie in difficoltà, famiglie che hanno visto schizzate in alto la rivalutazione dell’affitto solo perché hanno ereditato un rudere. Chi di dovere si faccia carico di questa responsabilità e rimedi.

Federico Benini, capogruppo comunale Pd Verona

Categorie: Inchieste

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