Rispondendo, con notevole ritardo, ad mia interrogazione di giugno relativa alle minacce e alle tensioni prodotte da ambienti dell’estrema destra cittadina ai danni del giornalista di Repubblica Paolo Berizzi, reo di voler presentare il suo libro, Nazitalia, che fa luce sulla pericolosità di suddetti movimenti, Il Sindaco di Verona Federico Sboarina conferma di essere inadatto a gestire le responsabilità che competono al ruolo di primo cittadino.
Per non sfidare o infastidire l’ala più estrema della sua coalizione e i suoi fiancheggiatori ultrà, Sboarina afferma di non aver sentito alcun bisogno di contattare il giornalista del gruppo Espresso per manifestargli la propria solidarietà a fronte delle minacce e dei messaggi d’odio veicolati dagli estremisti di destra nelle settimane precedenti l’incontro attraverso i social e non solo.
Il Sindaco arriva a travisare palesemente la verità dei fatti affermando che durante la presentazione del libro “non si è verificata nessuna delle criticità paventate nei giorni precedenti all’evento”. Forse Sboarina ignora o, preferisce non ricordare, che fuori dalla Sala Lucchi si erano presentati circa 150 ultrà neofascisti della Curva in risposta alla “chiamata”alla mobilitazione di un noto politico di Forza Nuova (anche lui capo ultrà) con l’obiettivo dichiarato di “impedire anche fisicamente la presentazione del libro”. Forse il Sindaco non ha nemmeno letto i resoconti della serata sulla stampa locale che parlavano di “tensioni” e di un “imponente schieramento di forze dell’ordine” finalizzato ad evitare incidenti.
Sboarina tocca poi l’apice dell’ipocrsia e della mistificazione quando afferma che “il clima di ostilità” sarebbe stato “artatamente costruito da ambienti cittadini di diversa appartenenza politica”, dimenticando, ancora una volta, che è stato un consigliere della sua lista “civica” a chiedere di cancellare la presentazione del libro in quanto “getta fango sulla città”. Lo stesso consigliere che poi ha provato anche ad aizzare le frange più estreme del tifo veronese affermando che il libro è “una provocazione nei confronti dei tifosi dell’Hellas”.
Non so che cosa avrebbero dovuto fare di più o di meglio, gli estremisti di destra, per catturare l’attenzione di questo inqualificabile Sindaco. Ci dica Sboarina in quale altra città occorre mobilitare la polizia per consentire la presentazione di un libro di un qualificato e coraggioso giornalista, costretto a vivere sotto scorta proprio per le ripetute minacce dei gruppi nazifascisti di cui si occupa. Tutto ciò rende le dichiarazioni di Sboarina inqualificabili, irricevibili, inopportune, non degne del ruolo che ricopre.
Federico Benini, capogruppo comunale Pd