Nel programma di mandato approvato nel 2017 dal Consiglio comunale, l’amministrazione Sboarina dichiarava di improntare la propria attività amministrativa ai “principi inderogabili di trasparenza e integrità”. E su questo proposito poneva un sigillo ideale: “Essere autentici”. Dal momento che l’assessore alla Sicurezza Daniele Polato è stato autenticamente condannato ad un anno di reclusione con sospensione condizionale della pena per una storia di firme non genuine sui moduli elettorali, ci auguriamo che il Sindaco Sboarina non voglia girarsi dall’altra parte di fronte a questa evidente contraddizione di avere un assessore alla Sicurezza condannato in primo grado.

Non vogliamo certo negare a Polato il diritto di ricorrere in appello (tanto è vero che ad indagini aperte non abbiamo mai commentato la vicenda), ma ci sembra inopportuno che Polato continui la sua battaglia legale da rappresentante del Comune di Verona e da membro della giunta comunale.

Sarebbe anche il caso che il Sindaco chiarisse una volta per tutte i legami con l’estrema destra suprematista e antidemocratica: Polato non stava vidimando le firme per conto del Partito Radicale ma per Forza Nuova, una formazione che ogni volta che si muove o apre bocca calpesta principi politici e civili riconosciuti dal nostro ordinamento democratico. Vuole una volta per tutte prendere le distanze da questi ambienti estremisti? Confidiamo che Sboarina risponda a queste domande, magari evitando l’argomento del “così fan tutti” che non si attaglierebbe al sopra richiamato principio di “integrità”.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

Categorie: Inchieste

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