Il Sindaco si avvia verso la ricandidatura riconfermando i metodi spartitori che hanno caratterizzato l’intero suo mandato. Nei cda delle divisioni strategiche del gruppo Agsm nomina infatti i trombati delle elezioni regionali: Alberto Todeschini, già segretario dei Giovani padani, candidato con la Lega, ed Edi Maria Neri, già assessore al patrimonio del Comune di Verona, candidata con la Lista Zaia alle ultime regionali ma arrivata tra gli ultimi come conteggio di preferenze. Un promozione per il primo, che era già stato nominato un anno fa presidente di Agsm Lighting. Come dire: da Agsm Lighting ad Agsm Lifting… Un risarcimento invece per Neri, che era stata costretta a farsi da parte nell’ultimo rimpasto di giunta.

Il nuovo corso dell’alleanza di estrema destra che si sta ricompattando attorno al Sindaco uscente si conferma perfettamente uguale al vecchio. La fame di poltrone invade anche le apicalità tecniche, come dimostra la vicenda del licenziamento del direttore generale di Serit Maurizio Alfeo che il tribunale del lavoro ha reintegrato una volta accertate le motivazioni squisitamente politiche.

Si tratta di una destra rapace e affamata che premia non il merito ma la fedeltà politica e personale. Con tutto il rispetto per la persona, è evidente che Todeschini, che sui social si è distinto anche per il linguaggio non appropriato nei confronti di minoranze etniche e religiose, non ha alcuna competenza per svolgere un ruolo del genere. Nel suo curriculum riporta infatti di aver fatto l’autista di scuolabus, l’agricoltore, il pizzaiolo e l’impiegato.

Con questa mossa Sboarina mostra ai veronesi come sarebbero le aziende pubbliche se venisse rieletto. Come centrosinistra diciamo invece che è necessario far spazio alle competenze e alle professionalità, le quali devono prevalere sulla fedeltà personale e politica.

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani

Categorie: Inchieste

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