Carpendo in alcuni casi la buona fede dei consiglieri di circoscrizione, la Lega, con una serie di mozioni-fotocopia, sta riproponendo nei parlamentini di quartiere il tema delle ronde sotto le mentite spoglie del “controllo di vicinato”.

Eppure, dal parere di ammissibilità espresso dal vice-segretario comunale il 19 novembre, risulta chiaramente che tali proposte non sono soltanto incostituzionali, in quanto invadono una materia, la sicurezza pubblica, di esclusiva competenza statale, ma sono pure irregolari sul piano formale perché, presupponendo la corresponsione ai “volontari” di una somma mensile a titolo di rimborso spese, si configurano come affidamento di servizio e come tali dovrebbero essere oggetto di gara.

L’oggetto delle mozioni fotocopia, di cui è regista il segretario provinciale della Lega Nicolò Zavarise, si chiama “Progetto di sorveglianza e presenza attiva nei quartieri”. Esso prevede un rimborso spese di 200 euro mensili a favore delle associazioni incaricate, tra cui troviamo la Pro Loco di Verona nel ruolo di proponente e l’associazione nazionale di Azione Sociale ANAS nel ruolo di gestore del servizio.

Ma chi è la Pro Loco di Verona? Le cariche sociali distribuite nell’aprile 2019 vedono come nuovo presidente Marco Rigo. Ex Lista Tosi ora Gruppo Misto ma in procinto di entrare in Lega, Rigo è anche consigliere di Circoscrizione in Sesta, dove la mozione è stata presentata sommariamente come sperimentale e approvata senza fare alcun approfondimento e senza chiedere alcun parere di legittimità. Fanno parte del direttivo della Pro Loco anche i consiglieri comunali Daniele Perbellini, Paolo Meloni e Laura Bocchi.

Uno dei palesi profili di illegalità della proposta è che la funzione di deterrenza dei sorveglianti dovrebbe essere assicurata dalla “divisa” indossata il che risulta in contrasto con le norme costituzionali. Ma non è l’unico: interpellato anche dal presidente della Quarta Circoscrizione Carlo Badalini, il vice-segretario comunale ha precisato inoltre: “appare evidente che la proposta si inserisce nella tematica del cosiddetto “controllo di vicinato”, previsto a livello normativo dalla legge regionale del Veneto n. 34/2019. Questa legge è stata dichiarata incostituzionale con sentenza della Corte Costituzionale n. 236/2020 per le chiare motivazioni ivi indicate (riserva della materia alla competenza legislativa esclusiva dello Stato)”.

Alla luce di tutto quanto emerso risulta ancora più anomalo il modo approssimativo in cui è stato invece presentato il progetto in Borgo Venezia dove proprio il presidente della Pro Loco ha sostenuto l’iniziativa e la Presidente, in quota Lista Tosi, non ha effettuato nessuna delle verifiche necessarie a garantire la correttezza del voto e della tutela dell’interesse pubblico.

Diversamente, in Prima Circoscrizione, dopo le precisazioni arrivate dal Comune che paventano anche la possibilità di danno erariale, la proposta sembra sia stata definitivamente accantonata.

Come Pd ripetiamo che la sicurezza non deve essere oggetto di propaganda, e va assicurata aumentando, dove necessario, il numero di forze dell’ordine sul territorio, arrivando all’istituzione del vigile di quartiere. Per quanto riguarda invece il controllo di vicinato, ricordiamo che il Comune ha attivato con la Prefettura un protocollo e un progetto di sicurezza integrata disciplinato dal Decreto legge 14 del 2017, denominato “Quartiere Sicuro”, che parte dall’osservazione dei cittadini coinvolgendo in via istituzionale le Forze dell’Ordine. La proposta era partita dalla Seconda Circoscrizione e dalla presidente Elisa Dalle Pezze per affrontare i problemi di sicurezza in Valdonega, ma era stata rallentata e fatta propria a livello comunale, per poi non essere stata ad oggi concretizzata.
Chiediamo dunque che le proposte già presentate vengano ritirate da tutte le Circoscrizioni e, come da parere dei massimi organi amministrativi comunali, che quelle già approvate vengano revocate in autotutela.

Il gruppo consiliare comunale Pd
I gruppi Pd delle otto Circoscrizioni

Categorie: Inchieste

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