Girare con la certificazione dei redditi Isee nel cruscotto della macchina accanto al libretto di circolazione è l’obolo che i cittadini devono pagare all’immobilismo di questa amministrazione che ancora non capisce che l’ambiente trae più benefici da poche piccole pratiche che da tante altisonanti parole spese ad esempio per presentare i mobility days. Non ha alcuna utilità ed è profondamente ingiusto mettere i bastoni tra le ruote alle persone che usano la macchina per andare al lavoro costringendole per lo più a rivelare al vigile di turno la propria situazione finanziaria e patrimoniale. L’assessore Segala e il sindaco Sboarina sanno benissimo che la rete di trasporto pubblico non è ancora concorrenziale rispetto al mezzo privato e che per tanti cittadini, soprattutto quelli che hanno casa e lavoro diametralmente opposti, non è un’opzione accettabile spendere un’ora della propria giornata solo per attendere un bus.
Si può arrivare a situazioni paradossali per cui, in una stessa fabbrica o ufficio, il manager col Suv nuovo di zecca non ha limitazioni mentre l’operaio o l’impiegato che magari hanno scelto di estinguere il mutuo sulla casa piuttosto che cambiare la macchina diesel euro 3 con una nuova euro 5 sono costretti a compilare scartoffie su scartoffie solo per recarsi liberamente al lavoro.
Obiettivo di un’amministrazione seria dovrebbe essere quella di limitare dapprima il traffico non necessario, parliamo ad esempio del caos viabilistico che si verifica ogni mattina davanti alle scuole e ciò si può affrontare e risolvere con sistemi di bicibus, pedibus o scuolabus come già fanno tanti Comuni italiani. Il traffico legato alle consegne merci in centro attende da anni una soluzione dopo l’esperienza fallimentare del city logistic dell’ex assessore Corsi. Lo stesso dicasi per la logistica privata, che resta dispersa in una miriade di sedi mentre giace inutilizzata un’area vocata come la Marangona. Certo è più facile tirare una riga su un foglio di carta e dichiarare fuorilegge un euro 2 o un euro 3, senza preoccuparsi che un euro 5 a diesel può inquinare anche di più, che mettere in atto delle politiche serie e mirate.
Federico Benini, consigliere comunale Pd Verona