Il blocco delle catalizzate fino all’euro 3 è una misura classista che chiederò al consiglio comunale di mitigare con opportune differenziazioni, ad esempio sulla base della cilindrata, ma soprattutto con un serio programma di riqualificazione ambientale.
Qualcuno, infatti, mi deve spiegare che senso ha inibire la circolazione di una utilitaria o una city car euro 3 di mille di cilindrata, una delle prossime categorie oggetto del blocco – poniamo la Matiz del 2005 usata dall’impiegato o dall’operaio per andare al lavoro – e contemporaneamente lasciare via libera a tutti i Suv euro 6 a diesel di tremila di cilindrata che inquinano 20 volte tanto e che magari sono pure tra i modelli coinvolti nello scandalo dei dieselgate.
Allo stesso tempo, dal momento che l’inquinamento del popolo non è meno nocivo di quello delle classe pià agiate, chiederò di accompagnare i provvedimenti di limitazione del traffico con opportuni programmi di mitigazione ambientale e incentivi al trasporto pubblico e alla mobilità sostenibile.
Non siamo infatti dello stesso parere della passata amministrazione che si rifiutò di bloccare gli euro 3 senza proporre alcuna alternativa o contromisura.
Se la situazione della qualità dell’aria è di emergenza, è giusto che i sacrifici vengano equamente ripartiti tra i cittadini privati, a cui viene chiesto di lasciare a casa la macchina, e gli enti pubblici che sono chiamati a predisporre bus gratuiti o a tariffa simboli e bike sharing libero nei giorni di picco dell’inquinamento, rimborsando opportunamente i gestori di questi servizi.
E’ ora di finirla con le politiche ambientali che ingrassano le solite aziende e non risolvono nulla, come accaduto con la bolla dei veicoli trasformati a gpl o a metano che a distanza di 5 o 10 anni le famiglie si accorgono rappresentare più un costo che un beneficio.