La commissione toponomastica del Comune di Verona, riunitasi il 5 novembre scorso, ha approvato la proposta di intitolazione di una strada a Giorgio Almirante, avanzata lo scorso marzo dall’ala più estremista della maggioranza del Sindaco Sboarina, che ruota attorno al consigliere Andrea Bacciga, e approvata dal Consiglio comunale del 3 marzo 2019 con 21 voti favorevoli e 5 contrari, mentre ha respinto la proposta di intitolazione di una strada all’artista Giorgio Gaber sostenuta dal capogruppo Pd Federico Benini e approvata dalla stessa aula consiliare il 5 maggio successivo con larga maggioranza di 25 favorevoli e un solo astenuto (Bacciga).
L’unica motivazione della bocciatura di Gaber riportata nel verbale di commissione, attiene alla “mancanza di legame con il territorio”. Peccato che, come in parte osservato anche dal commissario Arch. Emanuele Bugli, commissario in quota alla maggioranza, il Regolamento Comunale per la Toponomastica non faccia alcuna discriminazione sotto questo aspetto. Anzi, all’articolo 8 (“Indicazioni generali”), si precisa che “I nuovi nomi da assegnare dovranno essere costituendo la dedica testimonianza dello sviluppo materiale e civile, legati a fatti, personaggi ed avvenimenti sociali, culturali e politici della storia cittadina, nazionale o internazionale”. Eppure altre città, come Mantova o Pistoia non si sono fatte problemi di questo genere. Alla Commissione era stato inoltre fornito l’elenco di tutti gli spettacoli teatrali che Gaber aveva fatto a Verona, predisposto direttamente dalla Fondazione Giorgio Gaber, che ringrazio.
Fa inoltre specie che tutte le eccezioni di territorialità siano cadute nel giro di pochi minuti, al momento di trattare la proposta di intitolazione ad Almirante. Vorrei anche sapere che tipo di “progresso materiale e civile” abbia promosso Almirante. Come ricordato durante la seduta di Commissione dal componente di nomina universitaria Prof. Andrea Brugnoli, Almirante “non ha mai rinnegato le scelte fatte con l’adesione al fascismo nemmeno dopo l’8 settembre”.
Non è dunque sufficiente affermare che (nel dopoguerra) Almirante avrebbe mantenuto nell’alveo costituzionale i movimenti di estrema destra. Le sue responsabilità in qualità di redattore della rivista “La difesa della razza” e come repubblichino restano gravissime e come tali passeranno alla storia, tanto che il prof. Brugnoli ha proposto di “predisporre un elenco degli ebrei veronesi perseguitati dal regime fascista e intitolare loro luoghi della città a perenne memoria di quanto anche i nostri concittadini ebbero a subire”.
Tutte queste argomentazioni non hanno però penetrato il muro ideologico degli altri commissari, tutti espressione della destra veronese, che anzi, si sono sperticati in lodi per Almirante. Per la pasionaria prof. Lucia Cametti Almirante “è stato persona di grande cultura, con un profilo morale integerrimo e dotato di una dialettica moderata”. L’architetto Bugli, in quota alla maggioranza, ha insistito per “indicare la carica istituzionale anteponendo Onorevole al nome”. Il dottor Giuseppe Galloro, rappresentante della minoranza ma in quota alla Lista dell’ex Sindaco ex leghista Tosi, forse scambiando Verona per Salò e la commissione toponomastica per il gabinetto di guerra di Mussolini, è arrivato ad esaltare “l’aspetto encomiabile in campo militare di Almirante”. Forse in riferimento all’abilita con cui mandava a morte i partigiani…
Un’altra pagina buia e triste per la nostra città, messa alla berlina un giorno sì e uno no da una amministrazione semplicemente inadeguata…
Federico Benini, capogruppo comunale Pd Verona
Allegato: verbale commissione toponomastica del 5 novembre e regolamento comunale della toponomatica