Per ora risulta notificato soltanto al Comune di Zevio, ma è chiaro che anche il capoluogo scaligero, che a colpi di maggioranza aveva promosso una analoga iniziativa di intitolare una pubblica via al repubblichino e gerarca Giorgio Almirante, riceverà la medesima risposta, e cioè che il toponimo proposto “può costituire motivo di divisione nella comunità civica e perciò può essere suscettibile di ingenerare tensioni a livello locale e provinciale, con riflessi anche sull’ordine pubblico”.

Nel parere del Prefetto Cafagna, che boccia la proposta invitando pertanto l’amministrazione a “rivalutare l’intitolazione proposta” , si richiama il precedente parere negativo della Deputazione di Storia Patria di Venezia. Inoltre si prendono in considerazione le manifestazioni di dissenso già espresse da larga parte del mondo sindacale, dell’associazionismo e della società civile veronesi, oltre che dal mondo politico. Tutti elementi sui quali le maggioranze dei consigli comunali di Verona e di Zevio avevano invece sorvolato con la solita arroganza. Al contrario, il Prefetto ha considerato che “dall’intitolazione possono derivare ricadute negative sulla coesione civile e sociale con potenziali rischi di turbative per l’ordine pubblico”.

Per i Segretari, provinciale e cittadino, Pd Verona Maurizio Facincani e Luigi Ugoli, i consiglieri comunali Pd Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani e il capogruppo di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco “Il parere ci ricollega con la realtà storica e con i principi fondamentali della nostra Repubblica: intitolare una pubblica via al corresponsabile di un regime dittatoriale è il contrario della riappacificazione nazionale. Il fatto che la Repubblica democratica italiana abbia consentito di manifestare le idee anche a quelli come Almirante non significa che si possa dimenticare i crimini e le responsabilità storiche. Non è possibile perché significherebbe dimenticare le radici stesse dell’Italia odierna”.

Per Stefano Fittà capogruppo di Zevio Bene Comune, si tratta di una “sconfessione su tutta la linea dell’operato del Sindaco, della Giunta e dell’intero Consiglio Comunale”. Fittà nota inoltre che il Prefetto non fonda il suo parere sul Regio Decreto del 1927 (una legge emanata in epoca fascista) che attribuiva ai Prefetti l’ultima parola sulla intitolazione delle vie, ma ad una rivalutazione dello stesso alla luce dell’ordinamento vigente svolta con la consulenza dell’Avvocatura Distrettuale, dalla quale è emerso che “non ci sarebbero margini per considerazioni di carattere discrezionale del Prefetto, restando in capo al medesimo una valutazione connessa ad esigenze legate all’ordine pubblico”. Un rigore che dovrebbe spegnere sul nascere il pianto greco delle destre.

Maurizio Facincani e Luigi Ugoli, Segretari Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani, consiglieri comunali Pd Verona
Stefano Fittà, capogruppo comunale Zevio Bene Comune
Michele Bertucco, capogruppo comunale Verona e Sinistra in Comune

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