E’ incredibile che la stessa giunta che ha promesso mare e monti in campagna elettorale possa giudicare “elettoralistica” una iniziativa sui centri anziani di Verona. Eppure sono le esatte parole con cui l’amministrazione ha motivato ieri sera in Consiglio il voto contrario sulla mia
mozione che chiede di dotare ciascun quartiere di Verona di un centro anziani. A parte il fatto che a nove mesi di distanza dalle elezioni ogni sospetto elettoralistico dovrebbe essere ormai fugato, inviato la giunta a leggersi un po’ di dati demografici: un quarto della popolazione cittadina ha superato i 60 anni, e un terzo degli ultrasessantenni ha superato anche gli 80 anni. In mancanza di una politica urbanistica in grado di favorire l’insediamento di i giovani famiglie, da tempo orientate a “migrare” nei comuni della cintura, questi numeri sono destinati a pesare sempre di più. Solo un terzo dei 32 quartieri cittadini è dotato di un centro anziani. In terza Circoscrizione ce n’è uno solo per una platea di 30 mila potenziali utenti mentre la Seconda Circoscrizione ne è del tutto sprovvista. Realizzare un centro anziani non significa tirar su un palazzo, basta reperire alcuni locali da dare in autogestione ai diversi gruppi di cittadini che solitamente sono già attivi sul territorio. Non è dunque una questione di denaro ma di (buona) volontà. Tra tutti gli argomenti possibili, l’amministrazione ha scelto quello peggiore per scansare l’impegno. Questo infatti significa voltare le spalle alla realtà e alle esigenze dei quartieri.
Ultima chicca: un indirizzo simile alla mia mozione lo troviamo proprio a pagina 22 del programma dei Sboarina. Evidentemente la memoria corta che fa dimenticare a metà consiglieri della maggioranza di essere stati tosiani fino a maggio 2017 è virale e progressiva dato che nemmeno si ricordano il loro programma elettorale