Ieri il presidente di Save Enrico Marchi ha illustrato l’andamento del piano di investimenti dell’aeroporto Catullo, che si attende da 10 anni. Meglio tardi che mai, ma il tema della centralità del Catullo, che va al di là della ripresa dei voli charter verso il Kenya o i Caraibi, continua ad essere fuori dai radar dell’attuale gestione dello scalo.

Durante l’ultimo passaggio in consiglio comunale i rappresentanti di Save si erano perfino rifiutati di esporre ai consiglieri comunali le linee di sviluppo del Business Plan del Catullo, classificate come confidenziali.

Nel frattempo, le vie più convenienti per arrivare a Verona in aereo continuano a passare da Venezia, e a giudicare dai bassi livello di traffico aereo inbound (in entrata) al Catullo, la situazione sembra destinata a non migliorare a breve termine.

Vorremmo allora capire se Verona olimpica è solo uno slogan da strombazzare fino al 12 giugno oppure se anche il Sindaco conviene sulla assoluta necessità di dare un segnale alla Regione Veneto affinché concretizzi il collegamento ferroviario con l’aeroporto Catullo promesso da 20 anni. È mai possibile che un sindaco non abbia voce in capitolo sullo sviluppo dell’aeroporto nella sua città? Verona avrebbe tutte le carte per essere il capoluogo di regione, e invece è trattata come l’ultima ruota del carro.

A dimostrazione, Zaia ieri celebrava la ripresa del “polo aeroportuale del Nord Est” che ha per centro, come è noto, Venezia.

Federico Benini, consigliere comunale capogruppo Pd

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