Da circa due anni Amazon, il gigante mondiale della commercio elettronico, è sbarcato a Verona con un centro di smistamento nella ZAI di Verona sud.
Amazon ha preso il posto dell’ex calzaturificio Antonini, in via Righi vicino a Largo Perlar, recuperando il vecchio magazzino per una superficie di circa 9000 metri quadri.
Se da un lato il nuovo insediamento realizza il triplice lodevole scopo di recuperare un’area dismessa e degradata, senza consumare suolo inedificato o agricolo ed offrire possibilità occupazionali, dall’altra parte inserisce un nuovo attrattore di traffico in ZAI.
Il centro Amazon, che movimenta centinaia di furgoni al giorno, non ha previsto alcuna sistemazione delle strade che lo circondano. Via Righi, via Secchi, via Felici e via Pacinotti sono e rimangono strade disastrate e disumane, con parcheggi improvvisati e selvaggi, sporcizia e degrado, assenza completa di marciapiedi, verde pubblico ed un minimo di arredo urbano.
E nemmeno internamente vi è il verde: tutto il piazzale è una colata di asfalto, senza alcun albero o arbusto. Questa scelta, chiaramente economica, ha il massimo impatto ambientale perchè incrementa la formazione delle bolle di calore e sovraccarica le fognature durante le bombe d’acqua.
Per una multinazionale che cavalca l’onda del green e della sostenibilità ambientale, ci si aspettava un attenzione maggiore per questo nuovo centro di smistamento di Verona. E l’Amministrazione comunale ha lasciato fare senza alcuna legittima richiesta?

Era prevedibile che il centro Amazon di Verona, così compresso nel tessuto della ZAI, avrebbe avuto necessità di nuovi spazi.
Ed infatti in questa primavera è giunta in Circoscrizione la richiesta per la costruzione, accanto al magazzino, di un nuovo parcheggio a raso privato. Anche per il nuovo parcheggio, 180 posti di cui 90 attrezzati per auto elettriche, il verde sembra un elemento ancora residuale nonostante il Comune di Verona abbia approvato nel frattempo il Regolamento del Verde.
Tale strumento, approvato prevede che i nuovi parcheggi siano dotati di alberature e spazi verdi per diminuire l’impatto ambientale in termini di calore assorbito e liberato dall’asfalto e di infiltrazione delle acque di pioggia.

Tramite il capogruppo del PD in Consiglio Comunale Federico Benini abbiamo chiesto al Comune di Verona se il nuovo parcheggio privato di Amazon dovrà sottostare ai criteri di sostenibilità ambientale del Regolamento del Verde di Verona. Essi prevedono al comma 4 dell’articolo 7.6 che i parcheggi a raso di nuova costruzione con almeno 10 posti auto devono essere adeguatamente piantumati, di norma con un albero di media grandezza ogni 3 posti auto.
Sono quasi quattro mesi che attendiamo risposta e chiediamo all’Amministrazione Comunale, che ha impiegato anni per approvare il Regolamento del Verde, di applicare il Regolamento, laddove previsto.
In caso contrario, ricordiamo al Sindaco che rivendica con orgoglio le sue origini a Verona sud ed all’Amministrazione Comunale che è loro dovere amministrare e garantire che l’interesse pubblico sia tutelato, con le leggi e con la pressione politica, in ognuna delle operazioni imprenditoriali che coinvolgono Verona.
Vi è un territorio degradato da rivitalizzare e riqualificare veramente. Ci lasciamo scappare anche questa occasione e lasciamo che Amazon “ci tiri il pacco sulla sostenibilità ambientale”?

Michele Bresaola – capogruppo Partito Democratico in Circoscrizione 5^ Borgo Roma/Ca’ di David
Federico Benini – capogruppo Partito Democratico in Comune di Verona

Categorie: Cadidavid

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