La Legge 76 del 20 maggio 2016, meglio nota come Legge Cirinnà, stabilisce senza possibilità di equivoco “all’interno di leggi, regolamenti e atti amministrativi” ovunque ricorrano le parole “coniuge” oppure “coniugi” ovvero termini equivalenti, le disposizioni relative si applicano anche ai contraenti di unione civile, dunque anche alle unioni tra persone dello stesso sesso.

Ebbene, a Verona sono ancora in vigore le famigerate mozioni omofobe del 1995 che fanno divieto alla giunta comunale scaligera di deliberare “provvedimenti che parifichino i diritti delle coppie omosessuali a quelli delle famiglie naturali costituite da un uomo e una donna”.

Si tratta, con ogni evidenza, di indirizzi contrari alla Legge perché d’intralcio alla effettiva applicazione dei diritti e doveri previsti dalla Cirinnà nella nostra città. Con questo ordine del giorno, chiediamo semplicemente al Consiglio comunale di prenderne atto e di provvedere di conseguenza rimuovendo, come prevede anche la Costituzione, gli ostacoli alla parità delle persone difronte alla Legge.

Non si venga a dire che nei fatti questa mozione non è mai stata rispettata essendo la legge dello Stato superiore ad una mozione consiliare: ciò evidenzia solo la natura propagandistica di mozioni di tal fatta, pensate al preciso scopo di dividere e creare inutili polemiche.

Togliamoci dai piedi anche ogni genere di alibi ideologico: la Legge in vigore specifica che la “parificazione” tra coniugi e contraenti di unione civile serve “al solo fine di assicurare l’effettività della tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile”.

Dunque non chiediamo ai Consiglieri di esprimersi sulla parificazione tra unioni e matrimonio ma di assicurare la rimozione di questo ostacolo alla corretta applicazione della legge. Nel proprio privato ciascuno potrà poi continuare a credere che la terra sia piatta e la volta celeste sostenuta dagli angeli, ma qui si sta parlando di amministrazione non di filosofia o cosmogonia.

Non ci nascondiamo nemmeno che i promotori delle mozioni del 1995 sono gli stessi che oggi siedono sui scranni più alti del Consiglio comunale e negli uffici più importanti. Staremo vedere se dopo quasi 25 anni avranno messo un po’ di sale in zucca.

Federico Benini, consigliere comunale Pd
Michele Bertucco, consigliere comunale di Verona e Sinistra in Comune

Categorie: Diritti civili

Lascia un commento