Il tormentone del Rup del filobus va avanti da anni, è giusto che ad un certo punto ognuno si prenda le proprie responsabilità. Questo infatti non deve diventare il paravento dietro cui nascondere i biblici ritardi nella realizzazione dell’infrastruttura che anche con l’amministrazione Sboarina non ha fatto significativi passi in avanti.

L’attuale Sindaco ha perso due anni soltanto per chiudere dei semplici cantieri stradali e stringere un accordo con l’Ati responsabile della realizzazione dei lavori del filobus che lascia sostanzialmente inalterati i termini dell’opera salvo posticipare al 2024 la data di consegna dei lavori.

Come abbiamo già evidenziato nei mesi scorsi, il 4 aprile scorso sono scaduti i 90 giorni di tempo entro i quali Amt avrebbe dovuto individuare le migliorie tecnologiche da applicare al mezzo. Negando che il termine fosse tassativo (come invece viene chiaramente riportato sull’accordo transattivo sottoscritto con l’Ati) Amt aveva promesso che “a breve” avrebbe presentato una proposta. Sono passati altri tre mesi e della nuova proposta (da sottoporre anche al Ministero) non c’è neanche l’ombra. Al momento resta infatti il vecchio progetto di filobus con i fili nei quartieri.

Continuano inoltre a mancare all’appello tutte la varianti progettuali che dovrebbero riguardare i quartieri.

Sotto l’aspetto viabilistico permane il problema di un mezzo sottodimensionato e insufficiente, per capacità trasportistica, a soddisfare la domanda di mobilità pubblica della città nelle ore di punta del mattino e di metà giornata. Tale carenza viene certificata anche dal Pums il quale certifica come pure sia insufficiente la capienza dei parcheggi scambiatori.

Di questo il Sindaco e la sua amministrazione devono rendere conto ai veronesi che da trent’anni attendono il mezzo: sono passati altri cinque anni e la realizzazione del filobus, anziché avvicinarsi, si è allontanata.

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Stefano Vallani, Federico Benini, Elisa La Paglia


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