Da qualche parte in Svizzera sono parcheggiati da mesi i primi 6 mezzi del filobus veronese, ma in città i lavori e l’iter amministrativo ristagnano. Non è servita a smuovere il Sindaco nemmeno la dura posizione del Ministero che stanco, come tutti i veronesi, del continuo tergiversare dell’amministrazione Sboarina, a gennaio 2022 ha ventilato la possibilità di un ritiro del finanziamento se i cantieri non riprenderanno immediatamente.

Da mesi come Pd andiamo osservando che i lavori sono fermi per l’incapacità dell’amministrazione, che non è riuscita a gestire tra il 2018 e il 2020 alcuni semplici cantieri stradali nei quartieri, pertanto non vuole avventurarsi nei cantieri molto complicati previsti dagli interventi per l’unificazione dei sottopassi di Porta Nuova. La scelta di rimandare le decisioni alla prossima amministrazione ha dunque ragioni esclusivamente elettorali.

Ancora lontano, inoltre, appare l’iter delle tre varianti strategiche: sdoppiamento in viale Spolverini/via Pisano, passaggio da via San Paolo e quello dall’ex Manifattura tabacchi; così come sono in alto mare i parcheggi scambiatori, non ancora finanziati.

Il Pums indica che la loro capienza dovrebbe essere almeno il doppio rispetto alle previsioni attuali. L’allungamento a dismisura dei tempi dell’opera sta riducendo a colabrodo le strade presenti sul tracciato del filobus: basti guardare allo stato in cui versano via Pisano, viale Spolverini o la stessa via XX Settembre.

Resta sempre sospeso nel limbo il tema dell’allungamento del percorso a Nord e ad Est, pure previsto dal Pums. Non da ultimo, l’amministrazione Sboarina non ha esplorato a sufficienza nemmeno la possibilità di ridurre i tratti in cui il mezzo viaggia in bifilare, che possono essere tagliati ben oltre i 6 chilometri previsti dalla attuale variante.

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani


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