A distanza di due giorni lavorativi dalla riapertura delle scuole, fissata per il 14 settembre, i cantieri della filovia a San Michele, in Borgo Venezia, in via Palladio e in altri quartieri della città sono ancora lì, deserti e desolati, con cumuli di materiale accatastati ai lati, reti piegate, ed una ormai rigogliosa vegetazione cresciuta all’interno. I disagi continuano e i cittadini sembrano rassegnati a subirli anche nei prossimi mesi.

Sembra dunque essere caduto nel vuoto l’ultimatum del Sindaco di qualche settimana fa, che faceva seguito ad un analogo ultimatum del presidente Amt Barini: “Chiudere i cantieri avviati, che già hanno causato disagi ai cittadini, o le imprese risponderanno di eventuali nuove lungaggini, che non saranno più accettate”. Giunti a questo punto, c’è ancora qualcuno disposto a credere che tutti i disagi patiti finora siano causati dalla direzione lavori e dall’ATI, come vogliono farci credere i nostri amministratori?

Per fare 800 metri di strada a San Michele ci sono voluti ben undici mesi tra le scuse più disparate: si è invocata la stabilità del sottofondo stradale, il freddo, la pioggia e poi il Covid. Ma questo record negativo sarà abbondantemente superato nei cantieri di San Michele e Borgo Venezia.

Se uno capisce un po’ di appalti si sarà reso conto di quanto improvvida sia stata l’uscita del Sindaco a giugno, quando, senza avere nulla in mano, annunciava di essere “nelle condizioni di rivedere un progetto, prenderemo in considerazione tutti gli scenari futuri” ecc. Proprio queste parole, non supportate da alcun elemento concreto, potrebbero essere la vera causa del fermo dei cantieri e del resto dei lavori appaltati. Dagli asseriti incontri con le imprese per cambiare il progetto pare infatti non essere uscito nulla di buono.

Il punto della questione è semplicissimo: non ci si può accorgere soltanto dopo tre anni di avere “ereditato” un progetto sbagliato, soprattutto se l’accusa tardiva viene da chi, come Sboarina, quello stesso progetto aveva votato quando era Assessore dell’amministrazione Tosi 1.

Cambiare il progetto appaltato potrebbe significare maggiori costi, non finanziabili dal Ministero, allora il Sindaco deve dirci da dove attingerà eventuali nuove risorse, altro che richiesta di danni dalle imprese!

Anche le “news” sul sito di “Opera filovia” sono ferme ad aprile, segno evidente che non sono in grado o nell’impossibilità di decidere. Invece di andare a Ginevra a vedere il nuovo mezzo di trasporto, sarebbe stato più utile ed efficace spendere energie per risolvere il problema dei cantieri.

Per il gruppo consiliare comunale Pd
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani


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