La concessione della tratta autostradale A22 Brennero-Modena – gestita da Autostrada del Brennero S.p.A. – è scaduta il 30 aprile 2014.

A gennaio 2016 è stato siglato un protocollo d’intesa tra il Ministro Delrio e le amministrazioni pubbliche socie di Autostrada del Brennero S.p.A. che ha previsto il rinnovo trentennale della concessione senza gara a patto che la società fosse interamente partecipata dalle amministrazioni pubbliche territoriali e locali contraenti.

Gli atti convenzionali di concessione dovevano essere stipulati dal Ministero delle infrastrutture entro il 30 settembre 2018, ma il Ministro Toninelli ha spostato quel termine al 30 novembre (Decreto Milleproroghe 2018).

Perché questo spostamento? Il parere del Consiglio di Stato in risposta ai quesiti formulati dal MIT, ultimo atto della complessa procedura, è stato fornito a giugno scorso. Cosa aspetta ancora Toninelli per firmare la convenzione?

Per Verona il rinnovo della concessione avrà importanti ricadute.

Innanzitutto, il rinnovo obbligherà Autobrennero a versare 1.620 milioni di euro di finanziamento del corridoio ferroviario del Brennero, distinti in 550 milioni già accantonati negli anni (come stabilito dall’allora Presidente del Consiglio Prodi) per costruire il tunnel e 1.070 milioni per contribuzioni al Fondo Ferrovia per la realizzazione dell’alta capacità tra Verona e l’Austria in quote pari a Euro 34,5 milioni/anno, a partire dall’anno 2015 compreso, fino al termine della concessione trentennale.

Poi ci sono due 2 miliardi di euro per interventi infrastrutturali sull’A22. Per noi rilevano la terza corsia tra Verona e Modena e la terza corsia dinamica Bolzano Sud-Verona, le barriere antirumore, le aree di servizio (Affi e Povegliano) e contributi alle Province per opere esterne all’asse autostradale, ad esempio il finanziamento per la mediana provinciale da Nogarole Rocca a Isola della Scala e io dico di pretendere anche oltre Isola d/S, almeno fino ad Oppeano sulla SS 434.

La concessione prevede anche attività concrete per favorire il trasporto merci su modalità alternative a quella stradale e, quindi, la promozione del trasporto ferroviario. A questo proposito, previa valutazione di sostenibilità economico-finanziaria, Autobrennero seguirà la creazione del Polo logistico intermodale Isola della Scala in sinergia con il Consorzio ZAI/Quadrante Europa.

Nella concessione si prevedono anche la risoluzione di alcune criticità. Oltre quella del casello di Verona nord, un imbuto per tutti gli automobilisti che viaggiano sulla tangenziale che proviene dalla Valpolicella. Occorre metterci le mani con un progetto serio e definitivo, oltre al fatto che bisogna pensare a rendere il casello di Verona nord l’uscita che serve anche l’Aeroporto Catullo. Il casello attuale crea sono disagi e non distingue il traffico locale con quello autostradale e quello aeroportuale. Va potenziato senz’altro.

La concessione all’Autobrennero, quindi, agli Enti locali e non con gara, così come avevamo chiesto al Governo Renzi, è a portata di mano. Non si comprende perché è stato spostato in avanti il termine per il rinnovo che per Verona significa investimenti e sviluppo.

Preoccupato per le perdite di tempo, che rallentano anche i progetti su Verona, il Senatore D’Arienzo ha depositato un’interrogazione per sapere dal Ministro se a breve questo nodo sarà sciolto definitivamente.

Imbarazzante è poi il silenzio dell’amministrazione comunale che con tanto di esponenti di maggioranza parlamentare ( ex vicesindaco, assessore alle politiche sociali, presidente del consiglio comunale ed ex capogruppo della Lega) nulla sta facendo in merito. Preferisce occuparsi di aborto e Legge Fiano, anziché dei veri problemi dei Veronesi

Vincenzo D’Arienzo, Senatore PD

Federico Benini, Consigliere Comunale PD


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