Un’altra promessa mancata da parte del Sindaco Sboarina e da parte di Amt, azienda che di recente ha cambiato il presidente ma che resta lo stesso vecchio ente inconcludente di sempre: domenica 4 aprile, giorno di Pasqua, sono scaduti i 90 giorni di tempi che l’Ati, l’associazione di imprese titolare di appalto del filobus, e Amt, la stazione appaltante, si erano date in occasione della sottoscrizione dell’accordo transattivo del 4 gennaio scorso per individuare le migliorie tecnologiche da applicare al mezzo. Ad oggi, 9 aprile 2021, a cinque giorni dopo la scadenza del termine, Amt non risulta aver presentato alcuna proposta di modifica al mezzo. Ragion per cui il filobus verrà realizzato come previsto dal progetto del 2015, con le “tirache” nei quartieri e con centinaia di antiestetici pali piantati lungo tutti i quartieri attraversati.

L’Articolo 9.1 dell’accordo del 4 gennaio diceva molto chiaramente che “A.m.t. si riserva di valutare la fattibilità della modifica progettuale consistente nella modifica del sistema di trazione, specificamente diverso dalla bifilare oggetto del contratto, secondo i dettami dell’analisi costi-benefici, da sottoporre a validazione da parte di soggetto terzo e indipendente, il quale dovrà interpellare l’a.t.i., e i cui esiti dovranno pervenire entro e non oltre il termine di 90 giorni dalla sottoscrizione del presente atto”. Dunque entro il 4 aprile, appunto.
Una proposta da parte di Amt avrebbe interrotto il termine a aperto un nuova fase di 30 giorni per ottenere la validazione della soluzione alternativa. Ma niente di tutto questo è avvenuto, i termini sono spirati nell’immobilismo più totale.

Si tratta di una beffa per i cittadini veronesi che avevano creduto alle parole del Sindaco Sboarina. Il Piano B che Sboarina annuncia dal giugno 2020 ha invece finito per far slittare di due anni dal gennaio 2022 all’aprile 2024, il termine di consegna dei lavori del filobus, e tutto a vantaggio delle imprese.

Non pago di questa presa in giro, Il Sindaco consente a Barini di trovarsi un posticino a 20 mila euro all’anno come presidente della Ponte Aleardi Srl prima della sua mancata conferma alla presidenza di Amt. La Ponte Aleardi è una società che non ha più ragione di esistere perché non rispetta i requisiti della Legge Madia e va chiusa. E’ dunque una società al servizio degli amici degli amici, tanto pagano i veronesi. Sboarina non ha niente da dire su questa vergogna?

Per il gruppo consiliare comunale Pd Verona
Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani


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