Anni di tagli al comparto della sicurezza stradale (l’ultimo dei quali il dimezzamento da 1 milione a 500 mila euro contenuto nell’ultimo triennale delle opere) hanno lasciato indietro Verona di decenni rispetto ad ogni città europea che si rispetti per quanto riguarda l’accessibilità delle strade alle varie categorie di disabili.
Per esempio, su 156 semafori cittadini che funzionano a colori, solo 115 sono dotati di sensore sonoro per non vedenti. Negli ultimi 4 anni ne sono stati aggiornati soltanto 14.
Non solo il 28% dei semafori è ancora sprovvisto di dispositivo sonoro, ma quelli in cui la segnalazione acustica scatta automaticamente solo una infima minoranza. La stragrande maggioranza sono segnalatori acustici ad azione manuale nei quali quasi sempre il bottone è rotto e quando funziona il volume del cicalino è talmente basso da confondersi in qualche caso con il segnale degli indicatori di direzione delle automobili.
Impossibile per un non vedente anche soltanto capire dovi si trovi il semaforo. Nelle società civili si usano le linee Loges plantari, una particolare scarificazione dell’asfalto che avverte il non vedente di essere in prossimità di un attraversamento. Qui nulla, si attraversa la strada a rischio della pelle.
Una situazione inaccettabile alla quale chiediamo che l’amministrazione presti la dovuta attenzione. Non è infatti una questione soltanto di soldi ma di sensibilità e di rispetto. Con una mozione chiederò che siano ripristinati i fondi per la sicurezza stradale che sono stati tagliati che una congrua parte venga dedicata a rendere più accessibile la città.
Federico Benini, consigliere comunale Pd capogruppo
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